Abitando in un piccolo quartiere, prima o poi ci si conosce tutti, e si condividono gioie e dolori, con qualcuno più confidenzialmente, con altri a distanza.
Nel novero dei dolori affrontati da persone appartenenti alla schiera dei conoscenti alla lontana c’è stata, circa dieci anni fa, l’improvvisa scomparsa di un avvocato quasi quarantenne, pianto dagli affetti superstiti, la moglie da un lato e la madre e dalla sorella dall’altro.
Che le tre donne in lutto non avessero fatto fronte comune di fronte alla disgrazia occorsa, si è capito da subito. Manifestini mortuari separati (in provincia di Roma si usa ancora farli, da voi?), e, a detta dei più introdotti alla famiglia, lite furiosa persino per la cerimonia funebre e per decidere il luogo della sepoltura, diatriba vinta dalla moglie, erede diretta.
Di fronte a cotanta bruciante sconfitta, la madre e la sorella sembra che non solo abbiano tagliato i ponti con la vedova, ma che abbiano preso in carico il nobile compito di ricordare ogni anno pubblicamente il loro congiunto, organizzando una messa di suffragio seguita da un piccolo rinfresco presso una pasticceria del quartiere. L’evento viene ricordato con l’affissione di centinaia di manifestini listati a lutto, corredati dalla foto del de cuius.
Fin qui, niente di strano, direte voi, si tratta di un modo per dare un piccolo sfogo ad un grande dolore. Ma la bizzarria si nasconde proprio nel testo dei manifesti. Si, perché ogni anno madre e sorella del povero giovane ricordano ai superstiti quali fossero le cariche pubbliche e private rivestite in vita dal loro congiunto, aumentandone, anno dopo anno, l’importanza, fino a raggiungere involontarie vette di ridicolo.
Così, in circa dieci anni, si è passati dal semplice titolo di avvocato all’aggiunta del settore di specializzazione, civile, poi penale, commerciale, poi la buonanima è stata definita legale della Sacra Rota, giudice di pace, sostituto procuratore, e infine ieri, durante una passeggiata, mi è caduto l’occhio sul nuovo titolo di un purtroppo improbabile cursus honorum: nientemeno che Viceprocuratore di Roma!
In attesa che la nomina a prefetto o a ministro della giustizia pervenga il prossimo anno, non ho potuto fare a meno di scuotere la testa divertita.
Se il poveretto lanciasse un’occhiata quaggiù, sono certa che sorriderebbe anche lui .
Vanità delle vanità, tutto è vanità…
un caro saluto con un sorriso buona domenica carissima harielle
"Mi piace""Mi piace"
Mi sono divertita. Incredibile ma, se lo dici tu, vero. Certo che ce n’è di gente strana!!!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie per seguire il mio blog 😊
"Mi piace""Mi piace"
sembra la fiera della vanità che fa sorridere e poco ricordare
"Mi piace"Piace a 1 persona
Vero 🙂 Bentrovato!
"Mi piace"Piace a 1 persona
ben ritrovata
"Mi piace""Mi piace"
Bisognerebbe affiggere accanto a quel manifesto “A livella” di Totò!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona