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Questi fiori, questi sogni : poesia finlandese

6 Mag

Dandelion Pictures, Images and Photos

  Nel cuore del dente di leone

c’è una cellula di pietra

il vento parla, i sogni sono sugli alberi.


334 Pictures, Images and Photos

 

Ancora tanto da creare 
prima che si trasformino in pietra
questi fiori,questi sogni,questa lingua,
e il mio volto nella lingua
 

TOMI KONTIO

poeta finlandese, romantico suburbano

Dandelion Pictures, Images and Photos

GRAZIE AL MIO AMICO JAAKKO PER LA POESIA 

 TESTO ORIGINALE PER CHI CONOSCE IL FINLANDESE (NON IO, CHE NON SONO MAI RIUSCITA AD ANDARE OLTRE IL TERVE, CHE SIGNIFICA CIAO)

In, out e zen, un sorriso e una risata

16 Apr

Certe volte piccoli banali insignificanti episodi di vita, anche quella cosiddetta “virtuale” di internet, ci mettono davanti a situazioni grottesche che, estrapolate dal loro contesto di origine, ci fanno capire come non siamo molto cresciuti , intendo come umano genere,  dai tempi delle caverne. Alla Hobbes, per intenderci, da homo homini lupus

Cose che ti fanno sorridere, che ti danno anche la misura dei comportamenti, e che ti fanno riflettere.

E questo mi porta a parlare di cosa sia  in e cosa sia out, distinzione che si usava anni fa che ora è stata sostituita da diverse espressioni.

E  a parlare dello zen, che è meglio.

Cosa per me è in: la sincerità, l’eleganza, la buona fede, l’onestà, il parlar chiaro, non sottomettersi, ma anche non eccedere.

Cosa è per me out: la prepotenza, la doppiezza, l’ ipocrisia, la falsità, l’essere sempre d’accordo per paura

Ma se queste sono qualità o difetti, la virtù più importante è essere zen.

Ecco una breve sintesi:

  • L’occasione contraria potrebbe essere un’occasione per trovare delle novità. Ricordarsi chi si è, spingere il pedale sui talenti;
  • Non perdere l’ascolto degli altri, primi tra tutti gli amici e pari merito gli estranei (non fa male fare qualche pulizia primaverile, ove necessario) ;
  • Non smettere di investire sull’evoluzione interiore. Cercare tutto ciò che dà felicità, anche le piccole cose
  • Di fronte a chi si lamenta e basta, abbiate uno sguardo amorevole ma un filtro deciso. Non potete fare nulla per chi ama piangersi addosso, se non un piccolo gesto per mostrare qualcosa che han smesso di vedere;
  • Siate dolci con voi stessi. Dirigete volontariamente l’attenzione su ciò che vi è utile;
  • Cercate di restare vigili. E con gentilezza non cedete alla prepotenza
  • Osservate i pensieri o le persone che vi infastidiscono. Non sono un ostacolo, ma i “materiali” che compongono una chiave preziosa per evolvere

condivisione dal sito di  One Drop Foundation per gentile concessione

Il mio blog in questi giorni, nonostante lo sfoltimento che ho operato, ha avuto una escalation di followers, tutte new entries che hanno blog  interessanti e di qualità, non di meno lo sono quelli dei miei amici di sempre, quelli veri e sinceri.

Ringrazio tutti con gioia

Ho effettuato un restyling che rimandavo da tempo, da quando, 2 anni fa ormai,  era mancata l’amica del cuore P. e non avevo più voglia di scrivere. Ma lei mi direbbe “Fattece una risata, Ro’  “, con la sua dolce cadenza romanesca. La mia sorellina K, teacher leader di yoga della risata, sarebbe d’accordo con P. , nello yoga della risata si raggiunge uno stato catartico attraverso una sana e liberatoria risata. E solo chi sa ridere conquista il mondo…

Un abbraccio dal vostro angelo

Incontro

29 Gen

“E correndo mi incontrò lungo le scale, quasi nulla mi sembrò cambiato in lui,
la tristezza poi ci avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due.
Il sole che calava già rosseggiava la città
già nostra e ora straniera e incredibile e fredda:
come un istante “deja vu”, ombra della gioventù, ci circondava la nebbia…”

Chi non ricorda questa indimenticabile canzone di Francesco Guccini? E’ lo sfondo sonoro malinconico e struggente del post di stasera, che riguarda un incontro tra due persone che da ragazzi si sono amati e poi persi, e poi, tra le onde della vita e i rovesci del destino, si sono incontrati di nuovo, ritrovando l’amicizia di un tempo…

Lui era A.: il mio primo amico, il mio primo ragazzo, compagno di giochi e confidente, eravamo al ginnasio quando ci conoscemmo. Ballavamo insieme alle feste e mio padre lo guardava con aria un po’ torva perchè – ora lo capisco, allora mi dava fastidio – era la prima volta che qualcuno provava a corteggiare la sua bambina. Erano  i tardi anni ’70, anni durissimi e insieme fantastici. Tutto era una scoperta a Napoli quegli anni: le manifestazioni, gli spettacoli improvvisati, i raduni estemporanei che facevamo la mattina anzichè andare a scuola a casa della mia amica del cuore, dedicandoci a suonare con flauto e chitarra gli Inti Illimani, che all’epoca spopolavano. A. ed io stavamo bene insieme, eravamo coetanei, avevamo gusti comuni e ridevamo molto. Poi, come avvengono anche oggi le cose tra ragazzi, ci perdemmo di vista, non fummo più insieme, ma l’affetto rimase.

Passano gli anni, le stagioni, i cicli. Ci perdemmo di vista ma ogni tanto cercavo notizie di A. attraverso gli amici rimasti a Napoli, e seppi che aveva abbracciato la professione di medico, che si era trasferito al nord, che si era sposato con la fidanzatina che mi sostituì da quando ci lasciammo, un anno minore di noi, e che aveva una figlia. Mesi fa, complice il più noto social network, ci siamo risentiti e in novembre ci siamo rivisti, approfittando di un congresso medico in cui lui era coinvolto nella capitale.

Una sera in cui abbiamo ripercorso i vecchi tempi, in cui dopo cena gli ho fatto conoscere mia figlia, in cui abbiamo rivisto vecchie e nuove foto insieme. E’ strano e fantastico al tempo stesso vedere come certi affetti rimangano nell’anima, come certi scherzi, giochi, certe battute riaffiorino intatti nonostante tanti anni, almeno 30, di lontananza. Lui felice e soddisfatto della sua famiglia e della sua sistemazione, io altrettanto,  da inquieta single,  madre felice e insegnante al top della carriera. Una serata in cui il mio borgo selvaggio di adozione, Tivoli, sembrava magico e incantato. E poi questa nuova fase dopo il ritrovarsi, è fatta di sensazioni e di dolcezza, in cui non è l’amore, ma l’amicizia a regnare sovrana. Così, mi piaceva condividere con voi questa sensazione, che mi ricordava anche la canzone di Guccini da cui ho mutuato il titolo. Non sono riuscita a trovarla come sfondo sonoro, così vi ho inserito il link, sperando che funzioni. Grazie per avermi letto e aver condiviso un momento di gioia con me!

Penso che nessun’altra cosa ci conforti tanto, quanto il ricordo di un amico, la gioia della sua confidenza o l’immenso sollievo di esserti tu confidato a lui con assoluta tranquillità: appunto perché amico. 
Conforta il desiderio di rivederlo se lontano, di evocarlo per sentirlo vicino, quasi per udire la sua voce e continuare colloqui mai finiti.
(David Maria Turoldo)

All’uomo innamorato di me

13 Lug

C’è un uomo innamorato di me che da qualche mese mi offre costantemente il suo amore .

E’ bello , gentile e ha un animo dolce e pulito, eppure io non riesco a ricambiarlo.

Mi piace la sua compagnia, mi fa ridere, se non lo sento lo cerco dopo un po’, eppure non riesco a pensare a un rapporto d’amore con lui.

Avverto fortemente questo suo bene, questa protezione che vorrebbe offrirmi totalmente, come  un dono prezioso.

Proprio non riesco a ricambiarlo, se non con amicizia, con affetto, con gioia di condivisione e di partecipazione.

L’amore non nasce a comando. L’amore è un’alchimia.

Ho provato a sintetizzare questa situazione con il titolo di un famoso film:

La verità è che non lo amo abbastanza.

 

Mi manca se non lo sento, eppure so che per il suo bene, dovrò lasciarlo andare.

Non lo amo e non voglio illuderlo.Ci sono momenti in cui vorrei tanto ricambiarlo e farlo felice.

 

Riempire quel vuoto che a volte avverto dentro,  con il suo amore.

Dire a me stessa che la ricerca dell’amore è finita.

Ma non riesco. Non è lui che amerò.

 

E mi duole che sia così.

 

Ad A.  che non legge il mio blog, con affetto

All’anima curiosa

8 Giu

magritte_il_vestito_di_notte

Non so nulla per certo, ma la vista delle stelle mi fa sognare.

Anima curiosa che soffri e vai cercando il tuo paradiso, compiangimi.

Ma se, senza lasciarti irretire, sai calare negli abissi, leggimi:

imparerai ad amarmi…


Charles Baudelaire

La Rosa Solitaria: riflessioni a pochi giorni dal compleanno

26 Mag

E si, la ruota del tempo gira e già mi rendo conto che tra breve ci sarà un altro compleanno, il mio.

 Come lo festeggerò? In armonia, tirando le somme di un anno che mi ha vista rinascere al senso della completezza, dell’innamorarsi di sé, di trovare il “centro di gravità permanente” in me stessa.

   Si, mi è capitato anche di imbattermi, di nuovo, di recente, nell’amore, ma per me non era il  sentimento che aspettavo, e, pur con un sospiro di rammarico, ho sorriso e detto “No, grazie” a chi con gentilezza mi offriva questo dono, che, purtroppo, sentivo di non ricambiare. Dico purtroppo perchè mi rendo conto che è difficile ormai per me innamorarmi e vivo queste occasioni come regali che la sorte mi offre, ma per innamorarsi occorre essere in due.

Non mi sento sola, però: nel mio percorso di vita personale sono andata oltre questo concetto…io mi sento come un cerchio perfetto, un Uno, e nell’amore non cerco il completamento di ciò che mi manca, ma l’unione di 1+1 …lo troverò, non lo troverò… chissà…ho già tante cose di cui essere felice, e grata al destino…per esempio…

Il reiki che è entrato nella mia vita da settembre e che sta diventando  importante per l’elevazione spirituale, il lavoro e il ritrovato slancio nella professione di mediatrice culturale, gli affetti, a partire da mia figlia e i miei micetti, le mie numerose amiche (compresa quella che mi guarda da lassù)  e le passioni per tante cose, l’ultima è la biografia della poetessa Emily Dickinson che mi sta prendendo tanto e di cui presto vi parlerò in un post, contateci…  😀

E così, per festeggiare questa settimana di bilanci pre-compleanno, ho scelto due poesie – due autori a me carissimi – che mi sembrano adeguate al mio momento personale, una è di Emily Dickinson e si intitola “Non posso essere sola”, l’altra di Federigo Garcia Lorca, “La Rosa Solitaria”  (Rosa è il mio nome).

Un abbraccio a tutti dal vostro Angelo e … godetevi i versi, dopo tante parole !

Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han né vesti, né nomi,
né climi, né almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l’arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti.
EMILY DICKINSON

Quando si schiude al mattino è vermiglia come il sangue.

La rugiada non la sfiora per timore di scottarsi.

A mezzogiorno, già aperta, è dura come il corallo.

Il sole s’affaccia ai vetri per vederla sfolgorare.

Quando sui rami principiano i passeri i loro canti

e viene meno la sera fra le violette del mare, diventa bianca,

d’un bianco simile a guancia di sole.

 

E quando la notte intona Il bianco corno metallico,

mentre le stelle avanzano e si dileguano i venti,

essa su un filo di tenebre a poco a poco si sfoglia…

Es la rosa solitaria.

 
(Federico Garcia Lorca)

Un abbraccio

18 Mag

Un abbraccio vuol dire “tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino.
Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende”.
La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero,
guadagniamo un giorno di vita.

(Paulo Coelho)

Vi abbraccio tutti…buona giornata!

Addio, mia amica: a Patrizia un anno dopo

9 Feb

Dopo i fiori piantati
quelli raccolti
quelli regalati
quelli appassiti

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove

Morgan, “Altrove”

E questo, Patrizia, giuro che è l’ultimo post o articolo che scriverò su di te.

E’ trascorso un anno da quando, arresosi il corpo a quella terribile malattia che ti aveva colpito, te ne sei andata.

Hai lasciato tuo marito e i tuoi due ragazzi, uno poco più che adolescente, coetaneo di mia figlia, l’altro ancora ragazzino.

Hai lasciato i tuoi genitori, i tuoi fratelli, le cognate, i nipoti, le persone che ti amavano,ed erano, e sono tante, lo dice il numero di accessi quotidiani al gruppo creato su FB per ricordarti.

Hai lasciato le tue amiche, e tra queste c’ero anche io, che ti ho sempre considerata come una sorella, più che una amica, e sapevo che ero ricambiata.

E’ stato un anno duro, provare a vivere, andare avanti senza di te. Senza la telefonata del sabato mattina, in cui combinavamo il nostro incontro settimanale. Senza le tue parole di conforto o di consiglio, senza le risate che ci facevamo su piccole cose, anche senza importanza. Come perdere un arto, un organo. Tal è il dolore dell’assenza.

Più duro è stato quest’anno per i tuoi familiari.

Ed io ho scelto di continuare con loro quel dialogo di amicizia che c’era già in nuce per non spezzare il nostro legame. Sapevo che tu avresti voluto così. E mi conforta trovare tanto di te a casa tua, quando ritorno lì.

Nello sguardo senza parole di tua madre anziana ho rivisto i tuoi occhi, in quelle rughe scavate l’aspetto che forse avremmo avuto insieme tra qualche anno. Nei discorsi con tuo marito e tua sorella  ho ritrovato parte del tuo spirito, e tanti ricordi. Nel sorriso dei tuoi figli c’è la speranza del domani, il senso per tutti noi del dover andare avanti, senza dimenticare il passato.

Se tornassi da quel luogo incerto, mi chiederesti: come stai? Come sto? E’ stato un anno difficile e lungo, ma alla fine mi sono ritrovata. Ne saresti contenta, ne sono sicura, e sorrideresti del tuo sorriso dolce.

Ecco, io non ti dimenticherò mai, questo è certo. Di tanto in tanto verrò ancora a portare i fiori nel cimitero di collina in cui dicono riposi il tuo corpo esausto. Ma lo sai che resto poco, lì, il tempo di lanciare un bacio, di dare un saluto alla tua foto, di disporre i fiori disordinatamente, come sono io, e sorridere pensando a tua madre che sicuramente si spazientirà un po’ a vedere compromessa la complicata architettura floreale che in questi mesi ha prontamente elaborato, garantendo una perenne fioritura sulla tua tomba.

In effetti, non è in quella terra di cipressi ed ombre che penso a te, tutt’altro. Ti sento con me tutti i giorni, vicina come non fossi tu lontana. Sei nell’aria, nel cielo, nel candore di quella neve che, come un anno fa quando te ne andasti, si ostina a tornare in questi giorni sulle nostre colline solitamente  verdi di olivi e di prati.

Sei nei pensieri, negli occhi di chi ti ha voluto bene e non ti dimentica.

Si, come  in quella canzone di Morgan, il tuo, il nostro cantante preferito, “sei andata Altrove”. Ma questo Altrove non è così lontano da noi, è solo che con gli occhi non si vede, ma con la mente forse c’è una finestra che ci permette di restare connessi.

Forse è la via del cuore, forse è l’Anima del mondo, non so, ma posso dire che mai morirai nel cuore di chi ti ha amato.

“Hai il cuore pulito

come appena nevicato

ma caldo e forte…”

Eugenio Finardi, Patrizia

Il post che le ho dedicato 1 anno fa :

https://anangelinthecity.wordpress.com/2012/02/13/patrizia-altrove/

Buonanotte…

4 Feb

Buonanotte al lato dolce di ognuno di noi. A quello che ci fa commuovere ancora per le piccole cose, a quello che ci fa provare le emozioni più vere, che fanno accapponare la pelle. buonanotte a tutti i fiorellini che seppur induriti dal freddo rimangono fragili come solo la delicatezza di un fiore sa essere..

“buonanotte fra le stelle e la stanza,
per sognarti, devo averti vicino,
e vicino non è ancora abbastanza.

Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto.
Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè.
Buonanotte, questa notte è per te.”

Buon Natale

21 Dic

C’è un posto nel cuore in cui le emozioni, gli affetti, i dolci pensieri, le speranze,

diventano dolce memoria quando si pensa al Natale.

 

Rammento per esempio con un sorriso i Natali di qualche anno fa, quando mia figlia era piccola

e ci riunivamo con la famiglia delle mie due sorelle, una convinta induista, l’altra convinta neocatecumena (ed io, tra di loro , la più…”normale” 🙂 )

Così, mentre mia figlia aspettava Babbo Natale, gli altri nipotini, rigorosamente vegetariani,  cantavano a Buddha, Sai Baba o qualche altr0  avatar orientale,

e gli altri ancora attendevano i doni portati dal Bambino Gesù. Ma la trepidazione era la stessa, i giochi erano sempre molto vivaci,

anzi, la mia Alice coinvolgeva sempre i cugini nel tentativo di tendere trappole a Babbo Natale e pizzicarlo in flagrante.

Chissà perchè, dormivano sempre come sassi, tutti e sei i pargoli, alla fine 🙂

Ed anche quest’anno Natale sarà ritrovarci insieme, la gioia più bella.

Che si attenda la nascita di un Bambinello, nato povero in una capanna,

che si celebri la nascita di una Nuova Era governata dall’amore,

nulla cambia.

E voglio dedicare un pensiero speciale per questo Natale ai miei “studenti” , gli immigrati del corso di italiano che tengo ogni lunedì sera.

Di religione diversa dalla nostra, vengono tuttavia da paesi lontani, alla ricerca di una capanna in cui far nascere il loro sogno di speranza.

Che la stella brilli alta in cielo per voi, amici miei.

E anche per tutti voi che mi leggete, amici di blog.

Buon Natale di cuore, dal vostro Angelo.

 

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