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Un certain regard sur Paris

13 Dic

Sono stata di recente a Parigi con mia figlia e ne sono ritornata affascinata.

Non era la prima volta, e proprio per questo motivo abbiamo potuto permetterci di “perderci” nella Ville Lumiere, dedicando il tempo a camminare, ad usare il bus anzichè il metrò, a guardare, scrutare, ammirare ogni centimetro della bellezza di questa meravigliosa città.

L’escursione più lunga è stata quella di Versailles che non avevo mai visitato. La reggia e il parco sono davvero bellissimi, e meritano un giro approfondito come quello che abbiamo loro dedicato. La galleria degli specchi, che vedete sotto raffigurata, è incantevole, come tutti i pezzi d’arte che sono conservati nel castello.

E’ bello notare durante la visita che quello che poteva essere stato un sopruso verso le popolazioni – la dimora regia,  monumento dell’assolutismo,  costruita con il denaro erariale tolto anche ai poveri e ai derelitti – è diventato con il tempo un museo storico del popolo francese: molte le sale dedicate alla rivoluzione del 1789, a Napoleone e al periodo imperiale, fino alla repubblica. 

Ma più di tutto mi piace ricordare l’aria di Parigi, frizzantina e non fredda – ma pare che siamo state fortunate, perchè la settimana prima c’era stato gelo artico – le piccole strade non famose ma colorate, come Rue Cremieux vicino al nostro hotel alla Gare de Lyon, il fascino del Louvre, della Tour Eiffel, di Notre Dame, il montblanc da Angelina, la visita a Saint Sulplice che per me è un luogo del cuore, ormai, e lo splendore delle notti parigine in cui le stelle sembrano brillare più vivide…oh, oui, et voila je l’aime…

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In memoria di Lou Reed

2 Nov

Esistono icone della musica

personaggi che ti hanno accompagnato

lungo la tua adolescenza

e che ti hanno affascinato con i loro versi,

le loro canzoni

Sembravano immortali

e ci mancano, adesso, ora che abbiamo capito

che siamo noi stessi gli dei.

Addio, Lou Reed, cantore dei sogni,

sei solo andato a vedere cosa c’è nel lato selvaggio, 

come nella tua canzone più famosa.

What good’s a war without killing
What good is rain that falls up
What good’s a disease that won’t hurt you
Why no good, I guess, no good at all

Life’s good, certamente, Lou, la vita è una bella cosa,

ma non troviamoci un senso:

siamo pazzi a cercare una consolazione.

I nostri cari ci lasciano,

sopravvivono per poi morire giovani in una mattina di neve..

“Ee eccoci qui, ancora soli”.

That’s what life’s like without you

Hameed

14 Feb

Occhi da lupo, sguardo di falco

faccia da straniero che cerca di scoprire

in una parola  l’anima di un paese che non capisce

sorride quando ricorda in un soffio di vento

le gare di aquilone  che faceva da ragazzo al suo paese

e in una donna trova la porta di una casa 

lontana,

dimenticata,

forse mai più ritrovata.

 

Come sei bello, Hameed.

Ma come è difficile dirti “Ti amo”

(foto prese dal web)

In viaggio con Alice: settimana mitteleuropea

28 Lug

Harielle e Alice

E con l’arrivo delle sospirate vacanze, è arrivato anche il momento dell’agognato viaggio all’estero con mia figlia Alice , ormai ventenne e cittadina del mondo come la mamma.

L’idea di unire Bratislava a Vienna mi era venuta in mente questa primavera, quando sono andata in gita scolastica con i miei studenti a Budapest e mi sono resa conto di quanto fossero vicine le tre capitali. Complice anche la Ryan Air con l’allettante proposta di viaggi aerei low cost, abbiamo finalmente prenotato con poco preavviso, come sempre…decido sempre i miei viaggi all’ultimo momento  😀

 

Ed eccomi a Bratislava, Slovacchia, una città  dalla lingua incomprensibile, dall’animo gentile e dal cuore semplice. Gli automobilisti sono così rispettosi delle strisce pedonali e delle regole, che quando avvistano i pedoni sul punto di attraversare la strada, rallentano già a duecento metri prima, senza mostrare nessuna aria spazientita.  A livello architettonico, l’influenza sovietica di tanti decenni ha portato ad abbattere parecchi dei vecchi palazzi liberty del centro storico  e a rimpiazzarli con anonimi casermoni di cemento armato senza stile, così che, passeggiando per il Mikalskà o per Kapuziner, le strade principali,  si ammiri una discontinuità estetica, talvolta un senso di squallore alternato all’ammirazione per il bello.

Kapuziner Ulica, la strada verso il centro storico di Bratislava

Il freddo ci ha colto impreparate: ci aspettavamo  sì un calo delle temperature, ma non di tornare a marzo – aprile…all’inizio è stato un sollievo, poi, quando ha iniziato a piovere tanto, un problema vero e proprio.

Un poster toccante nel museo della cultura ebraica di Bratislava dedicato all’Olocausto

Fortunatamente c’erano da visitare il Castello, che nella foto su vedete troneggiare sulla città, un museo della cultura ebraica e il conforto dei pub all’aperto che ai tavolini offrono plaid agli avventori per ripararsi dal vento gelido (li abbiamo usati con entusiasmo 🙂

Mikalska Brana, il ponte dell’angelo Michele, difensore della città

Dopo tre giorni trascorsi nella piccola capitale slovacca in un hotel confortevole e godendo dei vantaggi dei prezzi bassi in tutti i servizi (evidentemente hanno saputo gestire bene il passaggio all’euro 6 anni fa), siamo andate a Vienna, distante solo 60 km,  un’ora di treno. Ebbene, la vecchia capitale dell’impero austroungarico è sempre affascinante. Io vi ero già stata 22 anni fa, nel 1990, e l’ho trovata cambiata, anche migliorata nel suo fascino mitteleuropeo.

Scalinata del castello di Schonbrunn

Rispetto a Bratislava, in cui francamente le attrazioni turistiche sono poche, qui c’era solo l’imbarazzo della scelta. Bellissimi i due castelli asburgici , quello di città, Hofburg e la residenza estiva di Schonbrunn, con percorsi tematici dedicati entrambi ai grandi imperatori e  imperatrici, e soprattutto alla memoria della coppia Francesco Giuseppe – Sissi.

Un abito da ballo della principessa Elisabetta di Baviera,Imperatrice Sissi

Incantevole il Prater con i suoi boschi e le sue attrazioni, delizioso girare in traghetto il Danubio più verde limo come il Nilo che blu, oramai,  gustoso l’immancabile assaggio di torta Sacher nell’omonima pasticceria, quasi proibitivo lo shopping (un “magnetino ” da frigo che normalmente costa 1 € o 1, 5 € in Italia o in altri paesi qui costa quasi 10 euro!)

la Sachertorte nella mitica pasticceria Sacher

Un lusso però me lo sono concessa: l’ultima sera a Vienna siamo andate ad un concerto con musiche di Mozart e Strauss tenuto presso il castello di Hofburg. Un’orchestra da camera ha eseguito le musiche  più conosciute di questi autori. All’ascolto di “Voi che sapete” dalle Nozze di Figaro ho iniziato a piangere, di gioia. Ecco l’effetto della musica sulla mente, rende il senso del sublime. Da quanto tempo non ero così felice?

Ed è già tempo di tornare, stelline negli occhi e nella mente le note del Bel Danubio Blu…e dell’immortale  Mozart.

“Voi che sapete
che cosa è amor,
donne vedete
s’io l’ho nel cor”

Il Danubio di notte alle mie spalle

Sognando Picasso a Tehran

17 Mar

E’ iniziata così: due mesi fa, postando sul blog una mia poesia, impostai il motore di ricerca su  alcune parole chiave per cercare una immagine da inserire per commentare i versi.

E rimasi colpita, nel mare magnum di immagini e fotografie, da un quadro di impressionante bellezza, questo che vedete. Incuriosita, andai ad approfondire la conoscenza con l’autore sul sito in cui il dipinto era stato inserito e scoprii altre tele ad olio che mi piacevano molto.

D’ istinto e con non poche difficoltà per rintracciare il nome,  contattai l’autore e gli chiesi informazioni per acquistare un dipinto. Dopo qualche ora mi rispose per dirmi che mi ringraziava per i complimenti,  ma che purtroppo non avrebbe potuto vendere nessuna tela, in quanto tra il suo paese e i paesi occidentali vigeva l’embargo.

Rimanemmo però in contatto da allora in poi, usando l’inglese per comunicare. Scoprii come avevo intuito che Alinahi era una donna, che viveva sola e non sposata nella grande metropoli di Tehran, dirigeva una grande scuola di pittura e che condivideva con me la passione per le arti e la poesia. Così, da allora, come nel libro “Sognando Jane Austen a Bagdad”, è iniziata una corrispondenza epistolare, culminata con lo scambio di regali e prodotti tipici dei nostri rispettivi paesi grazie ad un intermediario, il signor Alidian, vicino di casa e marito della migliore amica di Alinahi.

Incontrai qualche settimana fa il signor Alidian all’aeroporto di Fiumicino. Lui è un quarantenne dall’aria sportiva e dai tratti gentili, con la cortesia degli orientali così spiccata da meritare la coniazione del termine “salamelecchi” da parte di noi europei, dai modi senz’altro più spicci. Il tempo di prendere un caffè insieme e di scambiare alcune opinioni sul tempo, sul di lui lungo viaggio (per via dell’embargo gli aerei sono costretti a fare un lungo giro via Ankara per giungere in europa), sul suo commercio di pellame verso il Nord Italia, su Alinahi, di cui ho solo visto una foto. E così gli ho chiesto (oh, scusate! ma ero proprio curiosa) se era sposata e lui con un sorriso mi risponde: “No, non ancora: non si dice mai di una donna completamente “no”. : D

Anche a nome della mia nuova amica di penna, mi ha invitato ad andare in vacanza a Teheran, e di fronte al mio sguardo un po’ perplesso e alla mia affermazione che la sua terra è meta sconsigliata dal mio Ministero degli Esteri, ha risposto: “Ma quello che si dice è solo propaganda del nostro governo, la città è tranquilla e la Persia è un paese accogliente”. Sarà, ma non mi ha convinto troppo, solo considerando che le Mille e una Notte, uno dei libri più belli della storia della letteratura, è messo al bando dal regime degli ayatollah perchè considerato immorale.

Così da qualche giorno il nuovo quadro della pittrice persiana campeggia nel mio salotto e in cucina mangiamo pistacchi iraniani buonissimi, mentre Alinahi a Tehran impartisce lezioni di pittura sulle note di Andrea Bocelli e Laura Pausini (di cui mi ha chiesto espressamente), mentre a casa mangia parmigiano, si profuma Laura Biagiotti e ha posto nella sua vetrinetta del salotto vetrini di Murano e ceramichette di Capodimonte. Oggi mi è arrivata una presentazione powerpoint con le vedute  più belle della sua terra e un rinnovato invito…ve lo posto, così se decidete di accompagnarmi in Iran, almeno non andrò sola 🙂

E quanta gioia, quanta gioia c’è nell’abbracciare i colori del mondo, di tutte le terre, di tutte le culture. Perchè dietro ogni facciata politica e divergenza c’è sempre gente , autentica gente.

Lisbona

8 Ago

(La Baixa)

Un dedalo di strade spazzate dal vento, che, inevitabilmente, portano all’Oceano.

Profumi, sapori, aromi, note di fado nell’aria.

Questa è Lisbona.

 

(una casa del Fado)

Circondata da paesini di incredibile bellezza,

non stupisce che Hans Christian Andersen abbia tratto spunto dai suoi panorami per ambientarvi delle favole.

(Fernando Pessoa al suo caffè preferito, nel Chiado)

Città poetica e città di poeti, canta la nostalgia, l’abbandono,  la malinconia, il rimpianto.

Su tutte le voci prevale sempre quella del vento.

Lisboa, una città di cui innamorarsi, in cui perdersi.

Per ritrovarsi.

 

Gita scolastica

17 Apr

Eh si, non è che mi sia dimenticata di scrivere un nuovo post, è che sono partita per l’annuale gita scolastica con 6 colleghi e 75 ragazzi di terza e quarta, corsi ragionieri e geometri.

Quest’anno l’itinerario spaziava tra Emilia e Toscana. Albergo in alta montagna, temperatura da neve sopra l’appennino e spostamenti in pullmann a Bologna, Modena, Maranello e Pisa, questa sulla via del ritorno verso Roma. 

 

Quattro giorni di full immersion  nella natura e nella cultura con studenti e con i colleghi. Un gruppo di prof molto composito, che spaziava dalle insegnanti amiche (una delle quali, purtroppo, si è ammalata ed ha passato ben due giorni in albergo in preda alla febbre) a colleghi simpatici, con l’eccezione di un cafone docente di educazione fisica dalle boutades così grevi che Boso e Calderoli messi insieme potrebbero sembrare due damerini al suo confronto.

Frequenti spostamenti in pullmann sul versante appenninico, ricco di curve mozzafiato ispiranti alla cinetosi, hanno trasformato il vostro abituale angelo in  una versione moderna di nurse tra il modello Florence Nightingale e la curandera sciamanica. Ho curato un sedicenne dante di stomaco somministrandogli le ultime gocce del mio sciroppo  alle erbe che avevo portato per precauzione, in caso di raffreddore, spacciandole per cura miracolosa per il mal d’auto…e l’effetto placebo ha funzionato alla perfezione, dato che il piccolo, dopo un po’, appena avuto un attimo di libertà,  festeggiava alla grande la ritrovata salute con un mega panino …ah, la gioventù 🙂


Tra cure e somministrazioni di medicinali di primo soccorso ad influenzati e rimasti secchi per il freddo, soprattutto il giorno dopo una scorribanda naturalistica su per il Corno alle Scale, temperatura -4 e neve su per i picchi,  la gita è andata avanti fino al giorno clou per ragazzi e prof maschi soprattutto: la visita del Museo Ferrari a Maranello. Mi sono sorpresa dopo un po’ ad ammirare i modelli delle famose automobiline col cavallino rampante, così aerodinamiche da sfidare le leggi dell’attrazione terrestre.

Tra Bologna e Modena, devo ammettere di aver senz’altro preferito quest’ultima, una cittadina più intima, più pulita, più decorosa e ai miei affetti più cara perché casa della mia amica blogger Elisa, la bella e solare Zingara Felice, che da sempre amo chiamare Foxy Lady. E’ stata la prima volta che ho incontrato Elisa, ma era come l’avessi sempre conosciuta, ed in fondo è normale, dopo quasi 6 anni di blog e di frequentazioni anche di recente in FB. L’emozione è stata grande, l’incontro felice e intenso…che gioia…

Tra su e giù quotidiani dai monti alle colline, tra scherzi e sorrisi con i ragazzi e colleghi,  poetiche passeggiate serali, la breve vacanza è andata via con un po’ di malinconia finale. Alla preside diremo che i nostri ragazzi sono stati molto bravi, che hanno ricevuto i complimenti degli albergatori.

Si torna a casa contenti, gli occhi ancora pieni di bellezza e il sorriso sulle labbra.

E pronti al prossimo viaggio…  😆

Non uno di meno

1 Ott

 

 

Sarà perchè mi piacciono le sfide…

Sarà perchè da molti mesi non ne potevo più dei bug e dei difetti di WLS e già meditavo di migrare altrove…

Sarà perchè l’inglese è la mia lingua preferita…

Sarà perchè questo WordPress mi dà l’idea di essere più in contatto col respiro del mondo…

Per questi ed altri motivi, sono contenta di essere qui…con voi…

Vi aspetto tutti, mes amis , non uno  di meno, mi raccomando!

 

Laghi, luoghi dell’anima…

26 Ago

Baveno

Il ritornello di una canzonetta in voga si basa su un verso che fa un po’ sorridere e che recita "In tutti i luoghi, in tutti i laghi".

Sulla suggestione della canzoncina, durante questi ultimi giorni di vacanza, ho pensato ai laghi che ho visitato durante la mia vita: dai laghi del mio Sud natio, il lago Patria, il lago Fusaro, lo scuro Averno, ai laghi del mio luogo di adozione, il lago di Anguillara (sono certa che la mia amica di blog K.,  leggendo, sorriderà), quello di Bolsena. I laghi del nord: quello di Garda che sembra un mare, il lago di Como circondato dalle montagne, il lago della bella Lugano che sembra ancora Italia. Per poi riandare con la mente ai laghi che si trovano più vicino ai miei affetti, alla mia "sorellina" Katerina, alias Artemisia, e alla sua bella famiglia: il lago d’Orta e il mio preferito, il lago Maggiore.

the coast Pictures, Images and Photos

E così, per alcuni dei 5 giorni, mi sono persa tra la magia delle sponde di Arona, Meina, Lesa, Stresa,  Baveno, Verbania, e saremmo andate anche fino a Locarno se ce ne fosse stato il tempo, ma avevamo tante altre cose da fare, tante cose da dirci, dopo un anno che non ci si vedeva di persona (tranquilli, però: ci telefoniamo ogni giorno, sia con lei, sia con l’altra sorella che vive a Napoli). Dopo le passeggiate al lago, tanti giri fino a stancarsi i piedi per Novara, la città umbertina in cui vive mia sorella,  e una tappa a Torino a trovare un’amica di blog, una persona speciale che conosco da tanti anni "virtualmente" e che ho incontrato per la prima volta con grande piacere e provando la sensazione di averla conosciuta da sempre.

Piazza Castello Pictures, Images and Photos

E si, perchè, ancora una volta, si avvera ciò che dico sempre: in questa rete si comunica prima con l’anima e poi con quei segnali fisici, corporei, che invece sono i primi che notiamo nell’incontro "in reale". E la condivisione, la comunicazione, la confidenza,  quando sono oneste, sincere, reciproche ed autentiche, danno luogo alla nascita di amicizie che possono diventare forti e durature.

Vi lascio con una poesia di Vittorio Sereni dedicata alla meraviglia del Lago Maggiore. Ormai le mie vacanze sono terminate, il vostro Angelo posterà più assiduamente Angelo

TERRAZZA

Improvvisa ci coglie la sera.

Più non sai


dove il lago finisca;


un murmure soltanto


sfiora la nostra vita


sotto una pensile terrazza.


Siamo tutti sospesi


a un tacito evento questa sera


entro quel raggio di torpediniera


che ci scruta poi gira se ne va.

Arona

 

Non lo spegni, il mare, quando brucia la notte

16 Ago

Photobucket

  

Tornata dal mare, un viaggio tra Scilla e Cariddi, per poi fermarmi nella quiete bianca di Copanello, Calabria, Ionio assoluto, dove tutto il giorno spira un vento leggero chiamato "marinello" e hai sempre il sole negli occhi. Al ritorno in treno, mi tornava in mente una poesia di Hikmet che inizia con "durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me".Belli quei giorni passati in spiaggia e in giro con la mia amica, mentre le nostre ragazze si divertivano insieme, e tutte e quattro eravamo senza un pensiero al mondo. Si, un pensiero c’era, ed era per chi è lontano, ma sempre presente nei miei affetti, ma si sa, certi pensieri sono come le onde del mare, vanno e  vengono, e la malinconia passa e poi, senz’altro, ritornerà. Ma per adesso voglio pensare alla magia del mare, all’incanto della natura. Non lo spegni il mare, quando brucia la notte.

copanello

Si sentiva il mare, come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. Non consceva clemenza. Se tu lo guardi te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio…Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia la notte.

Oceano mare, Alessandro Baricco

Adesso ancora qualche giorno a casa, e poi…forse si riparte…con il sorriso nel cuore.

Photobucket

 un bacio a tutti dall’Angelo

 

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